Profili di rischio e modelli di trattamento nella terapia del tumore alla prostata con un livello di antigene prostatico specifico inferiore a 4 ng/mL


Nonostante la controversia sul vantaggio di uno screening per l’antigene prostatico specifico ( PSA ), poco si sa sui profili di rischio e i modelli di trattamento negli uomini diagnosticati con tumore alla prostata, con un valore di antigene prostatico specifico inferiore o uguale a 4 ng/mL.

Lo studio ha preso in esame i dati del registro SEER ( Surveillance, Epidemiology, and End Results ), riguardanti 123.934 uomini con tumore alla prostata di nuova diagnosi, nel periodo 2004-2006.

Gli uomini con un livello di antigene prostatico specifico di 4 ng/ml o inferiore hanno rappresentato il 14% dei casi incidenti di tumore alla prostata.

Il 54% degli uomini, a cui era stato diagnosticato un cancro alla prostata e livelli di PSA inferiori a 4 ng/mL, è risultato a basso rischio di malattia ( stadio inferiore o uguale a T2a, livello di PSA inferiore o uguale a 10 ng/mL, punteggio Gleason inferiore o uguale a 6 ), ma oltre il 75% di loro ha subito prostatectomia radicale o radioterapia.

Gli uomini con tumore alla prostata rilevato allo screening e con valori di PSA inferiori a 4 ng/ml avevano una probabilità 1.49 e 1.39 volte maggiore di essere sottoposti a prostatectomia radicale o radioterapia, rispettivamente, e hanno avuto meno probabilità di avere un grado elevato di malattia rispetto agli uomini in cui la neoplasia prostatica non era stata individuata allo screening ( OR=0.67 ).

In conclusione, la maggior parte degli uomini con tumore alla prostata con una soglia di antigene prostatico specifico inferiore a 4 ng/mL si sono dimostrati a basso rischio di malattia, ma hanno subito una terapia locale aggressiva.
Abbassare la soglia di biopsia, conservando tuttavia la difficoltà nel distinguere i tumori indolenti da quelli aggressivi potrebbe aumentare il rischio di un eccesso di diagnosi di neoplasia e di trattamento. ( Xagena2010 )

Shao Y-H et al, Arch Intern Med 2010; 170:1256-1261


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